21 OTTOBRE 63 a.C. – SENATOCONSULTO ULTIMO CONTRO CATILINA
Lucio Sergio Catilina, nato da una nobile famiglia, tentò tutte le vie legali per accedere al consolato, la massima carica della Roma repubblicana, ma non vi riuscì né per il 65 a.C. né per il 63 a.C. Fu costretto al ritiro per accuse di indegnità la prima volta, mentre fu superato alle votazioni dal homo novus Marco Tullio Cicerone la seconda volta.
Battuto anche alle elezioni consolari per il 62 a.C., prese la via della rivolta: il progetto prevedeva sommosse a Roma ed in tutta la penisola, mentre un esercito sceso dall’Etruria nell’Urbe avrebbe assestato il colpo definitivo ai suoi avversari politici.
Tuttavia, notizie di questa congiura arrivarono agli orecchi del console Cicerone, che tanto si adoperò perché il senato intervenisse contro Catilina da ottenere il SENATOCONSULTO ULTIMO, che dava poteri di vita e di morte ai consoli, ai danni del sedizioso nobile il 21 ottobre 63 a.C.
Il 7 novembre, dopo essere sfuggito ad un attentato, Cicerone pronunciò il “Quo usque tandem abutere, Catilina, patientia nostra (fino a quando, Catilina, abuserai della nostra pazienza)?” in una delle orazioni più taglienti, veementi e cariche di pathos dell’Antichità. Nella notte, Catilina, fuggì da Roma e riparò in Etruria dove si trovavano i suoi.

Stefano Florenzi
Bibliografia
– Giovanni Gerace – Arnaldo Marcone, Storia romana, Milano, Mondadori, 2011.
– Marco Tullio Cicerone. Antologia delle orazioni, Sergio Cecchi – Odoardo Piscini (a c. di), Roma, Società editrice Dante Alighieri, 1992.
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